sabato 19 luglio 2014

Solar Decathlon 2014: il cielo è azzurro sopra Versailles

Si era appena disputata la finale dei Mondiali di Calcio, in occasione dei quali la squadra italiana è tornata a casa a testa bassa, circondata dall'amarezza e dalle critiche dei tifosi che, nonostante sconfitte e fallimenti, continuano a seguire con ansia e trepidazioni le avventure della nostra Nazionale, quando da Versailles sono arrivate sino a noi le urla di gioia di un'altra squadra italiana: quella dell'Università Roma Tre.
Il cielo che si è aperto sul Solar Decathlon Europe 2014, tenutosi nella città della Reggia, si è tinto del colore che identifica le squadre italiane nel mondo, l'azzurro. Sono stati, infatti, gli studenti dell'ateneo romano ad alzare, quest'anno, la coppa dei vincitori di un concorso che lancia alle facoltà di architettura e ingegneria la sfida della progettazione di un edificio rispettoso delle regole dell'architettura ecosostenibile, autosufficiente e a risparmio energetico. 
Già dal principio l'Italia era stata elencata nella rosa delle favorite, ma nessuno degli autori del progetto si aspettava di occupare il gradino più alto del podio. 
Il Solar Decathlon, che solitamente è una competizione mondiale, si svolge, ad anni alterni, a livello continentale. Quest'anno, infatti, la città francese ha avuto l'onore di ospitare la competizione Europea, che ha visto fronteggiarsi ben 16 paesi diversi, ognuno rappresentato da uno o più atenei sparsi nel proprio territorio. La competizione prevede un'esperienza diretta che gli studenti autori dei progetti concorrenti devono effettuare direttamente sul campo. Coerentemente con l'intenzione di creare un'abitazione che sia di facile realizzazione, infatti, sono i ragazzi stessi coloro che, collaborando con le imprese, danno vita al progetto fino ad allora rappresentato soltanto su carta; sono essi stessi gli inquilini dell'abitazione off-grid che hanno ideato, così da poterne verificare l'efficienza e la fattibilità e sono questi stessi studenti a fare da "guida" ai visitatori che, durante il periodo di apertura dell'esposizione al pubblico, hanno la possibilità di vedere con i propri occhi e toccare con le proprie mani il prodotto che le università dei vari paesi partecipanti sono state in grado di creare.
Dopo una medaglia di bronzo nel 2012, il team della stessa Università Roma Tre, unico ateneo italiano in concorso quest'anno, ha giocato la sua carta vincente, che si chiama RhOME for DenCity.
Nato come un'alternativa all'abusivismo che, purtroppo, rappresenta una piaga del nostro paese, spiega l'architetto Chiara Tonelli, responsabile di RhOME for DenCity, il progetto si configura come una sfida a studiare approfonditamente, ed evidentemente con successo, il tema dell'edilizia sostenibile integrata con il paesaggio che la circonda e con il contesto sociale che lo caratterizza. 
Punto di partenza è stato la stima di una crescita della popolazione che, gradualmente, raggiungerà numeri troppo elevati perchè tutti possano godere di una vita dignitosa. La problematica si fa acuta maggiormente nelle grandi città. RhOME for DenCity riprende il concetto delle Smart City e costituisce una soluzione pensata per Roma, ma applicabile a qualsiasi contesto simile a quello della capitale. 
Estrapolata dall'aggregato urbano di cui si articola il progetto completo, l'abitazione presentata a Versailles rappresenta un prototipo organizzato secondo una configurazione che può essere modificata e personalizzata ogni volta in modo diverso, trattandosi di un edificio composto da elementi modulari. Modificando la disposizione degli elementi si ottiene anche ad una definizione spaziale diversa, senza per questo giungere a soluzioni prive di logica dal punto di vista architettonico. I moduli, infatti, sono pensati comunque secondo regole proporzionali ben precise, in modo tale che la loro combinazione variabile assecondi i possibili cambiamenti del progetto in fase di realizzazione, ma non porti ad imboccare la strada del disordine e della casualità.
Questo primo aspetto rappresenta uno degli elementi più innovativi del progetto vincitore. Altra novità è costituita dalla temporaneità dell'abitazione. Considerando, infatti, che al giorno d'oggi si tende sempre meno ad acquistare una casa e sempre più a cercare sistemazioni a carattere transitorio, RhOME è pensata come un edificio che, per varie ragioni, può essere utilizzato per un periodo limitato di tempo, prima di passare a un nuovo inquilino. 
In una competizione come il Solar Decathlon non si poteva non considerare l'aspetto ambientale ed energetico, che costituisce il punto di maggiore interesse per la giuria nel momento in cui deve decretare quale progetto meriti di essere il vincitore. E' per questo motivo che il team di Roma Tre ha ideato un'abitazione che non solo produce autonomamente l'energia di cui ha bisogno, ma questa è anche generata con fonti totalmente rinnovabili. La squadra si è concentrata, inoltre, su una serie di aspetti passivi, utili a ridurre gli sprechi energetici e a raggiungere più facilmente una condizione di benessere interno all'abitazione. A questo proposito sono stati studiati con molta attenzione la morfologia dell'abitazione, il suo orientamento sulla base di ombreggiamento ed esposizione alla luce solare, la ventilazione naturale e il ricorso, per la costruzione vera e propria, a materiali che, in questo senso, risultino particolarmente favorevoli. 
Il prototipo, costituito da una pianta quadrata (65mq) coperta da un tetto spiovente a doppia falda e da un sistema telaio - muro in stile Platform Frame, è stato realizzato, a Versailles, in soli cinque giorni, escluso l'ulteriore tempo necessario alla sistemazione dei mobili. 
Alla luce di questa serie di vantaggi strutturali e ambientali e considerando il grande successo che il progetto ha ottenuto durante la competizione europea, l'architetto Tonelli lancia una sfida, proponendo di adottare l'abitazione come soluzione nei quartieri urbani colpiti dall'abusivismo e dalla degenerazione dei tessuti. La docente invita, inoltre, a visualizzare dal vivo il progetto, desiderando che tutti si rendano conto dell'infinito valore di RhOME non soltanto in termini di prestigio per l'Italia che ha accolto il team dell'ateneo romano come un vincitore, ma anche per compiere quel salto in avanti che il sistema costruttivo può rappresentare per l'edilizia italiana del futuro.




M.L.



http://www.greenme.it/images/stories/Abitare/BioEdilizia_e_bioarchitettura/rhome-sde2014_cover.jpg

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